La Biodanza è Danza della Vita, il suo nome nasce dall’unione della parola greca “Bios” (Vita) e della parola “Danza”, intesa come “movimento naturale pieno di significato”.
Trae la sua ispirazione dalle origini primordiali della danza, dal movimento che nasce dal contatto intimo dell'uomo con le proprie emozioni e dal desiderio di condividerle con la comunità cui appartiene.
Il suo creatore, lo psicologo e antropologo cileno Rolando Toro Araneda, in una sua intervista la definisce così: “La Biodanza, io l’ho ideata come una poetica dell’incontro umano, come un modo diverso di relazionarsi in un mondo estremamente solitario, dove le persone sono carenti d’amore”.
La Biodanza utilizza la musica (o il canto), il gruppo e la danza, con l’obiettivo di favorire l’espressione delle emozioni con gesti autentici, naturali.
La Biodanza è un’attività di gruppo: solo attraverso l’interazione con gli altri le persone conoscono sé stesse, l’identità della persona si manifesta in presenza dell’altro. Il gruppo di Biodanza valorizza le relazioni sane tra i suoi membri, fornisce le condizioni di protezione, accettazione, autostima e permissività necessarie affinché la persona possa esprimersi pienamente e riscoprire un proprio percorso esistenziale che porta alla salute.
La danza della Biodanza non è una danza estetica, pensata per essere apprezzata da un pubblico spettatore: è la danza generata da un movimento spontaneo, che emerge dall’emozione suscitata dalla musica e dall’incontro con le altre persone del gruppo. Le danze proposte dalla Biodanza hanno un significato simbolico sulla vita delle persone, hanno la capacità di modificare la loro "danza esistenziale" e di recuperare da essa quegli aspetti che mancano per un'espressione piena e autentica.
Con l'istruttore Riccardo, il lunedì alle 20:00
Trae la sua ispirazione dalle origini primordiali della danza, dal movimento che nasce dal contatto intimo dell'uomo con le proprie emozioni e dal desiderio di condividerle con la comunità cui appartiene.
Il suo creatore, lo psicologo e antropologo cileno Rolando Toro Araneda, in una sua intervista la definisce così: “La Biodanza, io l’ho ideata come una poetica dell’incontro umano, come un modo diverso di relazionarsi in un mondo estremamente solitario, dove le persone sono carenti d’amore”.
La Biodanza utilizza la musica (o il canto), il gruppo e la danza, con l’obiettivo di favorire l’espressione delle emozioni con gesti autentici, naturali.
La Biodanza è un’attività di gruppo: solo attraverso l’interazione con gli altri le persone conoscono sé stesse, l’identità della persona si manifesta in presenza dell’altro. Il gruppo di Biodanza valorizza le relazioni sane tra i suoi membri, fornisce le condizioni di protezione, accettazione, autostima e permissività necessarie affinché la persona possa esprimersi pienamente e riscoprire un proprio percorso esistenziale che porta alla salute.
La danza della Biodanza non è una danza estetica, pensata per essere apprezzata da un pubblico spettatore: è la danza generata da un movimento spontaneo, che emerge dall’emozione suscitata dalla musica e dall’incontro con le altre persone del gruppo. Le danze proposte dalla Biodanza hanno un significato simbolico sulla vita delle persone, hanno la capacità di modificare la loro "danza esistenziale" e di recuperare da essa quegli aspetti che mancano per un'espressione piena e autentica.
Con l'istruttore Riccardo, il lunedì alle 20:00
"Il pensiero corre velocemente...
Siamo impazienti di vedere il risultato e l’Asana non è vissuta totalmente;
Nella pratica è necessario cambiare l’orientamento mentale e dirigerlo verso l’interno per percepire ciò che si anima al di fuori del visibile;
La Fonte dell’azione ci chiama, ci invita a scoprire dove il tutto inizia, dove tutto coincide.
Perché allora essere sordi? La superficialità non porta appagamento!"
M° Renato Turla
Siamo impazienti di vedere il risultato e l’Asana non è vissuta totalmente;
Nella pratica è necessario cambiare l’orientamento mentale e dirigerlo verso l’interno per percepire ciò che si anima al di fuori del visibile;
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Perché allora essere sordi? La superficialità non porta appagamento!"
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